Il mancato tempestivo reclamo da parte del condomino avverso le delibere assembleari di approvazione del preventivo e del consuntivo condominiale, che costituiscono la prova del credito vantato dal condominio per il recupero dei contributi, rende tali delibere obbligatorie e vincolanti per il condomino, il quale non può contestare in sede giudiziale la legittimità della pretesa creditoria condominiale fondata su tali atti. Ciò in quanto, ai sensi degli artt. 1135 e 1137 c.c., il rendiconto annuale approvato dall'assemblea, ancorché contenente eventuali errori nella contabilizzazione dei singoli conti individuali, deve essere impugnato dai condomini assenti, dissenzienti o astenuti nel termine stabilito dalla legge, pena l'inoppugnabilità dello stesso. Pertanto, il condominio soddisfa l'onere probatorio su di esso gravante in relazione al credito per contributi condominiali con la semplice produzione dei verbali assembleari di approvazione del preventivo e del consuntivo, senza che il condomino possa contestare la legittimità di tali atti in sede giudiziale, ove non li abbia tempestivamente impugnati. La valutazione in ordine alla sussistenza della causa di non imputabilità, ai fini dell'ammissibilità della produzione documentale in appello, è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui decisione non è sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata. Inoltre, anche ove fosse stata ammessa la produzione di tale documentazione, essa non avrebbe comunque influito sulla decisione, in quanto il credito condominiale risulta provato dalle delibere assembleari di approvazione del preventivo e del consuntivo.