Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34451 del 6 agosto 2015

ECLI:IT:CASS:2015:34451PEN

Massima

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Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni mobili può essere disposto quando sussistono gravi indizi di appartenenza del proposto a un'associazione mafiosa e vi è una evidente sproporzione tra il valore dei beni acquisiti e i redditi dichiarati, tale da far presumere che i beni siano il frutto di attività illecite o costituiscano il reimpiego di proventi di origine criminale. Il raffronto per valutare la sproporzione deve essere effettuato non già tra il valore globale dei beni acquisiti e le entrate dichiarate, bensì tra il prezzo di acquisto dei singoli beni e le disponibilità finanziarie del proposto al momento dell'acquisto. L'onere di specificare i motivi di impugnazione, sia in sede di riesame che di ricorso per cassazione, rappresenta un principio generale applicabile anche al procedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, la cui inosservanza determina l'inammissibilità del gravame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. SETTEMBRE A. - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriel - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 283/2014 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 15/12/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SETTEMBRE ANTONIO;

Udito il Procuratore generale della repubblica presso la Corte di Cassazione, Dott. CARDINO Alberto, che ha chiesto l'annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato.

- Udito, per l'imputato, l'avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

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