Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42343 del 6 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:42343PEN

Massima

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Il falso materiale commesso da privato in atto pubblico, consistente nella falsa attestazione di un pagamento, integra il reato di cui agli articoli 476 e 482 c.p. anche quando la comunicazione del falso versamento all'ente creditore avvenga mediante modalità diverse dalla diretta consegna del documento, essendo sufficiente che l'atto pubblico contenga la falsa attestazione. La responsabilità penale dell'imputato può essere riconosciuta sulla base di una congrua e adeguata motivazione che evidenzi come egli fosse l'unico soggetto direttamente interessato alla falsificazione, senza che sia necessario che emerga un diretto contatto tra l'imputato e l'ente creditore destinatario del falso documento. Il giudice di merito, nel valutare il compendio probatorio, può legittimamente pervenire ad una diversa interpretazione rispetto a quella prospettata dalla difesa, purché la motivazione sia logica e coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/02/2015 della CORTE APPELLO di SALERNO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/05/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. SILVANA DE BERARDINIS;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. LUIGI ORSI, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza in data 19.2.15 la Corte di Appello di Salerno confermava la sentenza emessa dal…

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