L'annullamento in autotutela di una concessione edilizia in sanatoria illegittima, rilasciata per un immobile insanabile, non richiede una particolare motivazione, essendo un atto dovuto e vincolato, privo di margini discrezionali. Grava sul privato l'onere di provare la sussistenza dei presupposti per il rilascio della concessione in sanatoria, non potendosi invertire tale onere probatorio in assenza di elementi idonei a far luogo all'inversione. La compressione del diritto di proprietà derivante da vincoli urbanistici e paesaggistici, finalizzati alla tutela di interessi pubblici prevalenti, non contrasta con gli artt. 3, 42, 47 e 117 Cost., né con la CEDU, essendo necessaria una valutazione caso per caso del bilanciamento tra i diversi interessi in gioco, senza che possa ritenersi sempre prevalente il diritto di abitazione o l'affidamento del privato.