Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13603 del 12 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:13603PEN

Massima

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Il coinvolgimento di un soggetto in un'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti può essere desunto non solo dal numero di contatti telefonici intercettati, ma anche dalla prova dell'esistenza di un traffico organizzato di sostanze stupefacenti, dimostrata dal rinvenimento della droga e dal ruolo assunto dal soggetto nelle conversazioni intercettate, che riveli la sua consapevole partecipazione all'attività illecita, a prescindere dalla qualificazione formale del suo contributo. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato associativo, non è necessario che il contributo del singolo sia di rilevante entità o che si estrinsechi in un numero elevato di contatti, essendo sufficiente che emerga la sua consapevole e volontaria partecipazione all'organizzazione criminale, anche attraverso un ruolo marginale o episodico. Il giudice può desumere tale consapevole partecipazione dal linguaggio criptico utilizzato dal soggetto per riferirsi alla droga, dalla connessione temporale tra le sue conversazioni e quelle di altri partecipi all'associazione, nonché dal contesto complessivo degli elementi probatori acquisiti, senza che sia necessaria un'identificazione certa del soggetto attraverso il riconoscimento della sua voce da parte di un ufficiale di polizia giudiziaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ab. Az. , n. a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Lecce depositata il 19 dicembre 2009;

Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Aniello Nappi;

udite le conclusioni del P.M. Dott. SALZANO Francesco che ha chiesto il rigetto.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con l'ordinanza impugnata il Tribunale di Lecce ha confermato in sede di riesame la misura della custodia cautelare in carcere applicata a …

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