Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24615 del 30 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24615PEN

Massima

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Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è il seguente: Le minacce rivolte da un imputato a pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, anche se non finalizzate a impedire l'attività di denuncia o di accertamento, integrano comunque il reato di minaccia a pubblico ufficiale di cui all'art. 336 c.p., in quanto idonee a turbare il regolare svolgimento delle attività istituzionali. Ciò in quanto l'idoneità della minaccia va valutata ex ante, a prescindere dal fatto che il pubblico ufficiale non si sia effettivamente intimidito o che il male minacciato non si sia realizzato. Inoltre, la minaccia è punibile anche quando non sia direttamente connessa alle specifiche competenze del pubblico ufficiale minacciato, essendo sufficiente che essa sia rivolta nell'ambito dello svolgimento delle sue funzioni istituzionali. Infine, la declaratoria di inammissibilità del ricorso per Cassazione impedisce il rilievo di eventuali cause di non punibilità sopravvenute, come la prescrizione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Sp. Mi. ;

avverso sentenza della Corte di Appello di Potenza resa in data 27 febbraio 2009;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in camera di consiglio la relazione fatta dal Consigliere Dr. Anna Maria Fazio;

udita la requisitoria del Procuratore Generale in persona del sostituto Dr. Carlo Di Casola che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita';

sentito il difensore di fiducia avv.to Di Ci…

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