Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di demolizione di un manufatto abusivo, afferma il principio secondo cui, ai sensi degli artt. 38 e 44 della legge n. 47/1985 e dell'art. 32, comma 25, del D.L. n. 269/2003, convertito in legge n. 326/2003, è illegittima l'ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive qualora il comune non si sia ancora pronunciato sulla domanda di condono edilizio antecedentemente presentata dall'interessato, sussistendo l'obbligo dell'amministrazione di provvedere esplicitamente sulla stessa, prima di adottare eventuali provvedimenti sanzionatori. Tale principio, ispirato ad esigenze garantistiche di tutela della posizione del contravventore e di economia, evitando la distruzione di beni che potrebbero risultare conformi alle previsioni urbanistiche, trova applicazione anche nel caso in cui vi sia una lieve difformità tra le opere oggetto della domanda di condono e quelle sanzionate, limitatamente agli interventi effettivamente oggetto della richiesta di sanatoria. Pertanto, il Tribunale annulla l'ordinanza di demolizione impugnata, salva la doverosa attività istruttoria dell'amministrazione volta ad accertare la concreta sanabilità delle opere e, in caso positivo, a rideterminare gli importi dell'oblazione e degli oneri dovuti. Le spese di giudizio sono compensate, fatte salve quelle occorse per la verificazione e quelle anticipate per il contributo unificato, poste a carico del comune soccombente.