Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 9895 del 2024

ECLI:IT:TARLAZ:2024:9895SENT

Massima

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Il provvedimento di sospensione dell'attività di un locale pubblico adottato dall'autorità di pubblica sicurezza ai sensi dell'art. 100 del T.U.L.P.S. costituisce una misura cautelare e inibitoria finalizzata a prevenire il pericolo di turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica, che può essere disposta in presenza di gravi episodi di violenza o di altre condotte illecite commesse all'interno o in connessione con l'esercizio dell'attività. Tale provvedimento, pur incidendo sulla libertà di iniziativa economica, è giustificato dall'esigenza di tutelare interessi pubblici primari, quali la sicurezza e l'incolumità dei cittadini, e trova il suo fondamento nel potere-dovere dell'autorità di pubblica sicurezza di adottare misure idonee a prevenire e reprimere fenomeni di turbativa dell'ordine pubblico. Tuttavia, l'adozione di tale provvedimento cautelare è subordinata alla sussistenza di un concreto pericolo per la sicurezza pubblica, accertato in relazione a specifici episodi di illegalità, e deve essere proporzionata alla gravità della situazione, non potendo comportare una compressione eccessiva e sproporzionata della libertà di iniziativa economica. Pertanto, l'autorità di pubblica sicurezza è tenuta a motivare adeguatamente il provvedimento di sospensione, indicando in modo chiaro e puntuale i presupposti fattuali e giuridici che ne giustificano l'adozione, al fine di consentire un effettivo controllo giurisdizionale sulla legittimità dell'atto. In caso di sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente a coltivare il giudizio, il giudice amministrativo è tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso, senza entrare nel merito della legittimità del provvedimento impugnato.

Sentenza completa

Pubblicato il 17/05/2024

N. 09895/2024 REG.PROV.COLL.

N. 04807/2022 REG.RIC.

N. 07668/2022 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Prima Ter)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4807 del 2022, proposto da
Alibi.Com S.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato Fabiana Seghini, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Reno 30;

contro

Ministero dell'Interno, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12; Questura di Roma, non costituita in giudizio;

sul ricorso numero di registro generale 76…

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