Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 28706 del 17 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:28706PEN

Massima

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Il peculato commesso da un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, che si sia protratto per un lungo periodo di tempo, giustifica l'applicazione della misura cautelare della custodia domiciliare, in ragione del concreto pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle indagini, anche in considerazione dei perduranti contatti dell'indagato con soggetti a vario titolo coinvolti nell'attività criminosa, i quali potrebbero agevolare la commissione di ulteriori condotte illecite o il tentativo di occultare le fonti di prova. In tali casi, la mera applicazione di una misura interdittiva, come quella di cui all'art. 290 c.p.p., non risulta idonea a scongiurare tali pericoli, essendo necessaria una più incisiva limitazione della libertà personale dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. CONTI Giovann - rel. Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la ordinanza del 04/11/2011 del Tribunale di Milano;

visti gli atti, la ordinanza denunziata e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

udito per il ricorrente l'avv. (OMISSIS), cha ha con…

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