La decadenza dall'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica può essere pronunciata anche in caso di mancato utilizzo continuativo dello stesso, senza che sia necessario l'abbandono definitivo, purché risulti accertato che l'assegnatario non lo utilizzi in modo stabile e continuativo, come richiesto dalle finalità di tale forma di edilizia, volta a soddisfare le esigenze abitative delle fasce sociali economicamente deboli che non dispongono di un'abitazione e non sono in grado di reperirla sul libero mercato. Pertanto, il mancato utilizzo continuativo dell'alloggio, anche se dovuto a ragioni di salute o per l'assistenza a familiari, integra il presupposto per la pronuncia della decadenza, in quanto incompatibile con le finalità dell'assegnazione. Tale principio è già stato affermato dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato, che ha riconosciuto la legittimità della decadenza anche in caso di abbandono soltanto stagionale dell'alloggio, come nel caso di un suo utilizzo solo nei mesi invernali per godere di un clima più salubre. Inoltre, la successiva richiesta all'assegnatario di manifestare l'interesse all'acquisto dell'alloggio, effettuata contestualmente all'adozione del provvedimento di decadenza, non incide sulla legittimità di quest'ultimo, in quanto tale comunicazione rappresenta un adempimento meramente formale che l'ente era comunque tenuto a compiere, a prescindere dalla conoscenza del provvedimento di revoca.