La destinazione urbanistica di un'area, stabilita dal piano regolatore generale (PRG) o da una sua variante, rientra nella discrezionalità dell'amministrazione comunale, la quale non è tenuta a fornire una specifica motivazione per le singole scelte operate, in quanto queste trovano giustificazione nei criteri generali di impostazione del piano. Il vincolo di inedificabilità assoluta imposto su un'area, qualificata dal PRG come "zona verde pubblico attrezzato", non è soggetto a decadenza ai sensi dell'art. 9 del Testo Unico sull'espropriazione, in quanto trattasi di vincolo conformativo e non preordinato all'esproprio. Pertanto, il diniego di un permesso di costruire motivato sulla base della destinazione urbanistica dell'area a "zona verde pubblico attrezzato", ai sensi dell'art. 30 delle norme tecniche di attuazione (NTA) del PRG, è legittimo, anche laddove l'area sia stata successivamente ricompresa in una variante al PRG come "zona verde pubblico locale" ai sensi dell'art. 39 delle NTA, in quanto quest'ultima disposizione, pur non ancora efficace, non incide sulla validità del richiamo all'art. 30 delle NTA del PRG vigente.