Cassazione penale Sez. II sentenza n. 21497 del 16 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:21497PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, può essere valutato sulla base di elementi concreti desunti dall'analisi della personalità dell'indagato, delle sue condizioni di vita, del contesto ambientale e delle modalità dei fatti per cui si procede, senza che sia necessaria la previsione di una specifica occasione per delinquere. Il giudice, nel valutare la sussistenza di tale pericolo, non è tenuto a dare rilievo a circostanze incerte, come la possibilità di accesso a riti alternativi o l'ottenimento della sospensione condizionale della pena, in assenza di elementi che ne comprovino la concreta realizzabilità. La motivazione del provvedimento cautelare, fondata su tali criteri valutativi, è incensurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o priva di adeguato supporto probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - Consigliere

Dott. SARACO Antonio - Consigliere

Dott. MONACO Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS), contro l'ordinanza del 15/02/2019 del Tribunale del riesame di Genova;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. G. Rago;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
FATTO e DIRITTO
1. (OMISSIS), a mezzo del proprio difensore, h…

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