La confisca di beni ai sensi del D.Lgs. 159/2011 (c.d. "Codice Antimafia") è legittima quando il valore dei cespiti confiscati risulta sproporzionato rispetto alla capacità di produzione di redditi leciti da parte del proposto e del suo nucleo familiare, e vi è una correlazione temporale tra la pericolosità sociale del proposto e l'acquisizione dei beni confiscati, desumibile da plurimi elementi di fatto. In tali ipotesi, il ricorso per cassazione è ammesso solo per violazione di legge, essendo preclusa la deducibilità del vizio di motivazione, salvo che questa non sia del tutto carente o presenti difetti tali da renderla meramente apparente e in realtà inesistente. Inoltre, il terzo confiscato che intenda contestare la confisca di beni a lui intestati deve rappresentare la coincidenza tra titolarità formale e disponibilità sostanziale del bene, non essendo sufficiente la mera titolarità formale. Il ricorso per cassazione proposto dal terzo confiscato senza procura speciale è inammissibile.