Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16612 del 4 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:16612PEN

Massima

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Il reato di diffamazione a mezzo stampa è configurabile solo quando le frasi offensive si riferiscono a persone chiaramente individuabili, non essendo sufficiente che l'offesa sia percepita da una cerchia ristretta di conoscenti o che la vittima ritenga di essere stata diffamata per la sua appartenenza a un determinato gruppo o associazione. Ai fini della sussistenza del reato, è necessario che l'individuazione del soggetto passivo possa essere dedotta con certezza dalla prospettazione oggettiva dell'offesa, desumibile anche dal contesto narrativo in cui è inserita, non essendo rilevante la mera sensibilità personale della presunta vittima. Il giudizio sulla reputazione deve essere valutato in termini oggettivi, non potendosi confondere il concetto di sensibilità personale con quello di reputazione giuridicamente apprezzabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduard - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
nei confronti di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/01/2016 del GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di ROMA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere EDUARDO DE GREGORIO;
lette/sentite le conclusioni del PG MARILIA DI NARDO.
RITENUTO IN FATTO
Il Gup del Tribunale di Roma ha prosciolto, ai sensi dell'articolo 425 c.p.p., gli imputati (OMISSIS) e …

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