Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2687 del 26 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:2687PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, deve compiere un apprezzamento logico e coerente delle risultanze probatorie, senza che possa integrare vizio di legittimità la mera prospettazione di una diversa valutazione delle stesse. Parimenti, il giudice gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle esigenze cautelari e dell'adeguatezza della misura, purché la motivazione sia congrua e logicamente plausibile, senza che il sindacato di legittimità possa estendersi al merito di tali apprezzamenti. In particolare, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza può essere desunta da elementi quali il recupero sicuro dell'arma da parte dell'indagato, la mancata collaborazione del coindagato nella fase di ricerca, l'inattendibilità delle sue dichiarazioni e l'impossibilità di riscontrare le circostanze indicate dall'indagato a propria discolpa. Analogamente, il pericolo di reiterazione del reato può essere fondato sulla gravità del fatto, sulla disponibilità di armi e sui precedenti penali dell'indagato, senza che assumano rilievo la risalenza o la disomogeneità degli episodi criminosi, in assenza di elementi che escludano il perdurare della pericolosità sociale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. SIOTTO Maria C. - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VI. RO. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1005/2010 TRIB. LIBERTA' di MILANO, del 03/06/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELA TARDIO;

sentite le conclusioni del PG Dott. GALASSO Aurelio, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 3 giugno 2010 il Tribunale di Milano, costituito ex articolo 309 c.p.p., ha rigettato la richiesta di…

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