La misura cautelare della custodia in carcere può essere disposta nei confronti dell'indagato quando, sulla base di un quadro indiziario aggravato e di una condotta violenta e brutale, emergano gravi esigenze cautelari, come il concreto pericolo di reiterazione di fatti di violenza, che non trovano adeguata tutela in misure meno afflittive. In particolare, la sussistenza di tali esigenze cautelari è comprovata dalla modalità dell'azione, caratterizzata da una gratuita e ripetuta aggressione con l'uso di un'arma da taglio in parti vitali della vittima, che dimostra l'incapacità dell'indagato di frenare la propria violenza, nonché dall'assenza di seri elementi che possano garantire il rispetto volontario delle prescrizioni inerenti misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione degli elementi fattuali e delle esigenze cautelari, sindacabile in sede di legittimità solo con riferimento alla logicità e congruità della motivazione, senza possibilità di riesaminare nel merito gli elementi posti a fondamento della decisione.