Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21572 del 22 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:21572PEN

Massima

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Il giornalista e il direttore responsabile di un quotidiano possono essere ritenuti responsabili del reato di diffamazione per aver pubblicato notizie false e gravemente lesive della reputazione di una persona, anche qualora sussista la c.d. "verità putativa", ovvero la convinzione di riferire fatti veritieri, qualora tale convinzione non sia fondata su un'adeguata verifica delle informazioni presso le fonti competenti. Il direttore responsabile, infatti, ha l'obbligo di esercitare un controllo effettivo sui contenuti pubblicati, non potendo limitarsi a una mera delega al giornalista autore dell'articolo. Pertanto, la mancata verifica della veridicità di notizie particolarmente gravi e lesive della reputazione altrui, integra una violazione dei doveri di controllo e di diligenza professionale posti a carico del direttore, il quale può essere chiamato a rispondere del reato di diffamazione a titolo di concorso. Tuttavia, in caso di condanna alla sola pena pecuniaria, il giudice deve motivare espressamente in ordine all'eventuale concessione o meno del beneficio della sospensione condizionale della pena, in quanto l'imputato ha un interesse giuridicamente rilevante a non vedersi riconosciuto tale beneficio, al fine di evitare future conseguenze pregiudizievoli in caso di commissione di ulteriori illeciti di natura contravvenzionale o colposa. Infine, la condanna generica al risarcimento del danno pronunciata in sede penale non richiede un'analitica quantificazione del pregiudizio subito dalla parte civile, essendo sufficiente l'accertamento della potenziale capacità lesiva del fatto e del nesso di causalità con il danno lamentato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 5965/2013 CORTE APPELLO di MILANO, del 17/12/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. Corasaniti Giuseppe, ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.

Per la pa…

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