Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20408 del 21 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:20408PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale può legittimamente richiedere l'identificazione di una persona e, in caso di rifiuto, accompagnarla presso i propri uffici per il tempo strettamente necessario all'identificazione, non oltre le ventiquattro ore. Il comportamento di opposizione e resistenza fisica agli atti di polizia giudiziaria finalizzati all'identificazione, anche se inizialmente motivato da rabbia per un presunto sopruso, integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale, a prescindere dalla sussistenza dell'intenzione di opporsi in senso tecnico agli atti di ufficio. Ciò in quanto la condotta dell'imputato, consistita in una progressione criminosa iniziata con uno schiaffo e proseguita con una colluttazione e un'opposizione fisica al suo accompagnamento in Questura, ha turbato e ostacolato l'intera operazione di polizia volta all'identificazione, configurando così gli estremi del reato di resistenza a pubblico ufficiale. La valutazione soggettiva dell'agente di polizia sulla finalità della condotta dell'imputato non è decisiva ai fini della configurabilità del reato, essendo sufficiente l'oggettiva opposizione agli atti di ufficio legittimamente posti in essere. Pertanto, il rifiuto di fornire le proprie generalità e documenti, seguito da condotte di opposizione fisica, integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale, a prescindere dalla sussistenza dell'intenzione di opporsi in senso tecnico agli atti di ufficio, essendo sufficiente l'oggettiva turbativa e ostruzione dell'attività di identificazione legittimamente svolta dal pubblico ufficiale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. MANNINO Saverio F. - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

De. Mo. An., n. a (OMESSO);

nei confronti della sentenza in data 8 novembre 2005 della Corte d'appello di Roma;

udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore generale nella persona del Sostituto Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avvocato ((omissis)).

FATTO E DIRITTO

Con la …

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