Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10747 del 10 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:10747PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La responsabilità penale per il reato di ingiuria può essere affermata sulla base di una ricostruzione logica e coerente degli elementi fattuali, anche in assenza di prove dirette, purché la motivazione del giudice di merito sia ancorata a precisi dati probatori e non si fondi su meri criteri di verosimiglianza o su presunzioni. Il giudice di merito, infatti, può legittimamente pervenire all'affermazione di responsabilità dell'imputato valorizzando le concordi deposizioni testimoniali, senza che ciò integri una violazione del principio di cui all'art. 192 c.p.p. relativo alla valutazione della prova, a condizione che la motivazione risulti logica e immune da illogicità manifeste. L'eventuale utilizzo di espressioni quali "verosimile" o "probabile" non determina di per sé la carenza motivazionale della sentenza, purché il ragionamento complessivo del giudice risulti coerente e ancorato a precisi elementi fattuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso sentenza del 05/04/2006 GIUDICE DI PACE di TORINO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. FUMO MAURIZIO;

udito il PG in persona del sost. Proc. Gen. Dr. D'ANGELO G., che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

Ma. An. ricorre pe…

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