Il marchio registrato costituisce un segno distintivo tutelato dalla legge, la cui contraffazione o utilizzo fraudolento integra il reato di cui all'art. 474 c.p., a prescindere dalla qualità o fedeltà della riproduzione, purché idonea a trarre in inganno il consumatore medio sulla provenienza del prodotto. L'accertamento della sussistenza degli elementi costitutivi del reato, tra cui la registrazione del marchio, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui valutazione è incensurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o viziata da travisamento delle prove. L'art. 517 c.p., quale norma sussidiaria, trova applicazione solo ove il fatto non sia già previsto come reato da altra disposizione, come nel caso della contraffazione di marchi registrati, disciplinata dall'art. 474 c.p.