Ai fini della regolare notificazione all'imputato all'estero, la cui disciplina è dettata dagli artt. 177 bis, 170 e 169 cod. proc. pen., come integrata dalla sentenza della corte costituzionale 19 giugno 1974 n. 177, se il P.M. se il pretore è a conoscenza - perché consta dagli atti processuali o dalle indagini a tal fine svolte - dell'esatta dimora dell'imputato all'estero, deve invitare l'inquisito ad eleggere o dichiarare il domicilio, nel quale vengono, poi, legittimamente eseguite le notificazioni. La specificità della disposizione dell'art. 177 bis impedisce che le notificazioni siano eseguite a norma dell'art. 169 e, cioè, nei modi ordinari salvo che la consegna dell'atto sia fatta a mani dell'imputato o al domicilio eletto, prima del suo trasferimento all'estero. Se, invece, ricorra una delle ipotesi disciplinate dal secondo comma dell'art. 177 bis il giudice procedente o il P.M. prima di emettere il decreto di irreperibilità deve disporre che siano effettuate nuove ricerche all'estero o nel luogo di nascita o di ultima dimora e, all'esito di dette indagini o provvederà nei modi e nelle forme previste dall'art. 177 bis primo comma (se cioè si viene a conoscenza dell'esatta dimora dell'imputato all'estero) o 169 (se l'imputato risiede o dimora nel territorio nazionale con la notifica nella propria abitazione) oppure emetterà decreto di irreperibilità, con le conseguenze che ne derivano.