Consiglio di Stato sentenza n. 6278 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:6278SENT

Massima

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Il Regolamento comunale in materia di giochi, nel vietare l'apertura di nuove sale scommesse entro una distanza di 500 metri da determinati luoghi sensibili, si applica non solo ai casi di apertura di una nuova attività in locali precedentemente non adibiti a tale scopo, ma anche ai casi in cui, pur nell'ambito dei medesimi locali, subentri un nuovo soggetto gestore, a prescindere dalla circostanza che il precedente gestore fosse già titolare di autorizzazione. Ciò in quanto la disciplina in esame mira a contemperare il contrasto alla ludopatia, per finalità di tutela della salute pubblica, con le esigenze di coloro che, prima dell'entrata in vigore della nuova normativa, avevano già iniziato l'attività ed ottenuto le relative autorizzazioni, ponendo in essere i necessari investimenti finanziari. Tale esigenza di contemperamento non sorge, invece, nei confronti di chi aspira ad iniziare ex novo l'attività di gestione di una sala scommesse, atteso che l'attività esercitata deve mostrarsi sempre compatibile con la disciplina ratione temporis vigente, ovvero con gli interessi pubblici ad essa sottesi. Il limite distanziale di 500 metri dai luoghi sensibili, comportante il divieto di esercizio delle sale da gioco, delle sale scommesse e dei punti di raccolta, costituisce mezzo idoneo al perseguimento degli obiettivi prefissati di contrasto al fenomeno della ludopatia, senza che possa rilevare in senso contrario la considerazione che la "marginalizzazione" dei centri di raccolta potrebbe favorire situazioni di maggiore illegalità, dato che risulta perseguita la finalità principale della legislazione statale di ridurre le occasioni di gioco lecito, malgrado la necessità di ulteriori interventi di diversa natura. La violazione del principio di proporzionalità nei confronti dei titolari degli esercizi soggetti a chiusura si potrebbe configurare, non solo ove la imposizione dei limiti distanziali determinasse nel territorio comunale la totale inibizione allo svolgimento dell'attività di esercizio di punti di gioco e di raccolta di scommesse, ma anche se l'individuazione delle aree destinate rendesse impossibile la delocalizzazione delle attività esistenti, per insufficienza quantitativa o per limitazioni urbanistico edilizie, secondo una valutazione che si ritiene debba essere fatta in concreto e non in astratto, rilevando, per gli esercizi costretti a delocalizzare entro un tempo predeterminato, gli impedimenti anche soltanto meramente fattuali. Tuttavia, per le ragioni esposte, tale evenienza non ricorre nella fattispecie in esame in cui si è registrata una nuova apertura di una sala scommesse.

Sentenza completa

Pubblicato il 27/06/2023

N. 06278/2023REG.PROV.COLL.

N. 01822/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1822 del 2019, proposto da società Mestrina Bet S.a.s. di Ji Yanyan, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dall'avvocato Giovanni Attilio De Martin, con domicilio digitale come da Pec da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio sito in Padova, alla via Altinate, n. 29;

contro

Comune di Venezia, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Antonio Iannotta, Nicoletta Ongaro, Nicolò Paoletti, con domicilio digitale come da Pec da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Nicolò Paoletti …

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