Il rilascio di una concessione di occupazione di suolo pubblico (o.s.p.) in aree del centro storico di Roma sottoposte a vincolo di tutela del patrimonio storico-culturale è subordinato alla prevalenza dell'interesse pubblico alla salvaguardia del patrimonio architettonico e monumentale rispetto agli interessi imprenditoriali privati. L'amministrazione comunale, in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, gode di ampia discrezionalità nella valutazione della compatibilità dell'occupazione con la tutela del bene culturale, sindacabile solo sotto il profilo della legittimità procedimentale e non nel merito della scelta effettuata. Il diniego di concessione o.s.p. è pertanto legittimo qualora l'occupazione del suolo pubblico, con i relativi elementi di arredo, risulti incompatibile con la tutela e la fruizione della facciata di un edificio storico, come nel caso della più antica sinagoga di Roma, sulla cui facciata sono presenti antiche testimonianze con iscrizioni in ebraico che ne costituiscono parte integrante del valore monumentale. L'omissione della comunicazione di cui all'art. 10-bis della legge n. 241/1990 non determina l'annullamento del provvedimento finale qualora il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello adottato, in ragione della prevalenza dell'interesse pubblico alla tutela del patrimonio culturale.