L'amministrazione è tenuta a concludere il procedimento amministrativo con un provvedimento espresso, anche di rigetto, entro i termini di legge, in ossequio al principio di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa di cui all'art. 97 della Costituzione. Il silenzio serbato dall'amministrazione in relazione a un'istanza presentata dall'interessato è illegittimo, in quanto viola il diritto del privato a ottenere una risposta espressa e motivata. L'amministrazione non può sottrarsi all'obbligo di provvedere adducendo meri impedimenti di fatto, come la scarsità di tempo residuo per la conclusione del programma di finanziamento, poiché ciò equivarrebbe a vanificare la tutela giurisdizionale accordata al privato. Pertanto, l'amministrazione è tenuta a esaminare la richiesta dell'interessato e a emanare un provvedimento espresso, anche di rigetto, entro un termine ragionevole, fissato dal giudice in 60 giorni dalla comunicazione o notificazione della sentenza, fermo restando la discrezionalità dell'amministrazione nel determinare il contenuto del provvedimento finale.