Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43298 del 12 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:43298PEN

Massima

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Il concorso nel reato di estorsione aggravata e continuata si configura anche nei confronti di colui che, pur non avendo partecipato direttamente all'atto intimidatorio, accetta consapevolmente la fittizia intestazione del bene oggetto dell'estorsione, essendo a conoscenza della pregressa condotta criminosa. Inoltre, l'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991 per il reato di rissa si applica quando la condotta è connotata da tipiche logiche sopraffattrici e intimidatrici, derivanti dall'appartenenza del soggetto ad un'associazione mafiosa, come desumibile dalle modalità e circostanze del fatto, nonché dalle dichiarazioni rese dalla persona offesa e dai testimoni. In tali ipotesi, la mera pronuncia di espressioni indicative dell'appartenenza all'associazione criminale, unitamente alla presenza di un esponente della stessa, è sufficiente a integrare l'aggravante, in assenza di una diversa ricostruzione fattuale supportata da elementi probatori specifici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesc - rel. Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ju. Ot. , n. a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del tribunale di Catania, emessa in data 11.5.2009;

- letto il ricorso e il provvedimento impugnato;

- udita la relazione del Cons. Dott. Ippolito F.;

- udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, GALASSO Aurelio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA IN FATTO E DIRITTO

1. Con l&…

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