Il provvedimento di chiusura immediata di un esercizio commerciale autorizzato, adottato dalla pubblica amministrazione sulla base di presunte violazioni, deve essere adeguatamente motivato e rispettare i limiti di proporzionalità previsti dalla legge. In particolare, l'amministrazione deve distinguere tra l'attività legittimamente autorizzata e quella eventualmente non consentita, ordinando la cessazione solo di quest'ultima, e può sospendere la licenza per un periodo non superiore a 15 giorni, salvo motivate esigenze di ordine e sicurezza pubblica che giustifichino una sospensione più lunga. L'adozione di un provvedimento di chiusura totale e immediata dell'esercizio, senza tale distinzione e senza rispettare i limiti di durata della sospensione, eccede i poteri dell'amministrazione e viola il principio di proporzionalità, ledendo ingiustificatamente la libertà di iniziativa economica privata tutelata dall'art. 41 Cost. L'amministrazione è pertanto responsabile ai sensi dell'art. 2043 c.c. per i danni cagionati all'esercente con il provvedimento illegittimo, salvo che non fornisca adeguata prova della sussistenza dei presupposti di fatto e di diritto che hanno determinato l'adozione del provvedimento stesso.