Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12726 del 23 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:12726PEN

Massima

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Il comportamento ingiusto e provocatorio della vittima, anche se non integrante un fatto antigiuridico in senso stretto, può rilevare ai fini del riconoscimento dell'attenuante della provocazione, purché risulti adeguato sul piano causale a determinare la reazione dell'agente. Il giudice è tenuto a verificare, sulla base di un'approfondita disamina delle circostanze concrete, se gli atti posti in essere dalla vittima, anche se non qualificabili come illeciti, siano stati idonei a potenziare per accumulo la carica afflittiva di ingiusta lesione percepita dall'imputato, così da assumere rilevanza nel rapporto causale tra offesa e reazione. L'esclusione dell'attenuante non può fondarsi sulla mera assenza di comportamenti illeciti in capo alla vittima, senza un'adeguata motivazione in ordine all'idoneità causale degli atti posti in essere dalla stessa a determinare la reazione dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ba. Pi. Gi. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 19.2.08 dalla Corte di Assise di appello di Catania;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. Ferrua Giuliana;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. SALZANO Francesco, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito, per le parti civili, l'avv. Mellia Vincenzo, che ha concluso per la declara…

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