Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 40393 del 31 ottobre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:40393PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, una volta revocato per scadenza dei termini, non consente più all'indagato di ottenere una pronuncia sulla legittimità dell'ordinanza applicativa della misura, in quanto il suo interesse a impugnare deve essere dedotto e valutato dal giudice in termini di concretezza e attualità, non potendosi presumere. Inoltre, l'eventuale interesse a precostituirsi il titolo per una futura richiesta di equa riparazione per ingiusta detenzione deve essere manifestato in modo positivo e univoco. In assenza di tali elementi, la sopravvenuta carenza di interesse determina l'inammissibilità dell'impugnazione, senza che possa configurarsi un'ipotesi di soccombenza virtuale ai fini della condanna alle spese e al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. OLIVA Bruno - Consigliere

Dott. MANNINO Saverio F. - Consigliere

Dott. MARTELLA Ilario S. - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) D'. MA. GR., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 16/04/2007 TRIB. LIBERTA' di CATANIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. MARTELLA ILARIO SALVATORE;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. FEBBRARO Giuseppe, di declaratoria di inammissibilita' per sopravvenuta carenza d'interesse.

RITENUTO IN FATTO

Che D'. Ma. ricorre contro l'ordinanza in epigrafe indicata, con la quale e' stata rigettata la richiesta di rie…

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