Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38268 del 21 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:38268PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione mafiosa richiede la consapevole adesione alle finalità dell'organizzazione criminale, che si manifesta non solo attraverso la realizzazione di singoli reati programmati dal sodalizio, ma anche mediante la concreta messa a disposizione dell'associazione in un rapporto stabile e organico, tale da dimostrare la condivisione degli scopi e delle decisioni operative dell'organizzazione. L'appartenenza all'associazione mafiosa può essere desunta da elementi indiziari, quali le risultanze di intercettazioni telefoniche e ambientali, che dimostrino il coinvolgimento dell'imputato nelle attività e nelle dinamiche interne del gruppo criminale, nonché la sua partecipazione a riunioni e incontri finalizzati alla gestione degli affari e alla risoluzione di conflitti interni. Tuttavia, la mera partecipazione a singoli episodi o la realizzazione di reati strumentali agli scopi dell'associazione non sono di per sé sufficienti a provare l'adesione consapevole e stabile all'organizzazione, essendo necessario accertare l'effettiva condivisione dell'affectio societatis e la concreta disponibilità dell'imputato a cooperare con la propria condotta al raggiungimento degli obiettivi del sodalizio. Inoltre, ai fini della configurabilità del reato associativo, è necessario che l'organizzazione criminale abbia una struttura unitaria e coesa, tale da dimostrare la sua effettiva esistenza e operatività, non essendo sufficiente la mera prova di episodi delittuosi commessi da singoli appartenenti al gruppo. Infine, in caso di contestazione di reati di droga, l'accertamento della tipologia e della quantità della sostanza stupefacente è essenziale per determinare il corretto trattamento sanzionatorio e la eventuale prescrizione del reato, in applicazione del principio di favor rei.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. FIDELBO G. - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierlui - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
1) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
2) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
3) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
4) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
5) (OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
6) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
7) (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29 novembre 2013 emessa dalla Corte d'appello di Catania;
visti gli atti, la sentenza impugnata e i ricorsi;
udita la relazione del consigliere dott. Giorgio Fidelbo;
udite le richieste del sostituto procuratore generale Frances…

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