La revoca della procedura di gara da parte della stazione appaltante, disposta ai sensi dell'art. 95, comma 12, del d.lgs. n. 50/2016 per sopravvenuti motivi di interesse pubblico, non richiede un esplicito raffronto tra l'interesse pubblico e quello privato sacrificato, in quanto l'operatore economico non vanta un affidamento qualificato alla conclusione del procedimento in assenza dell'aggiudicazione definitiva. La valutazione dell'interesse pubblico sottesa alla revoca, ancorata alle condizioni legittimanti di cui all'art. 21-quinquies della l. n. 241/1990, rientra nell'ampia discrezionalità della stazione appaltante, la quale è tenuta a motivare adeguatamente l'esistenza di tali ragioni, senza che ciò comporti la necessità di una puntuale comparazione con l'interesse del privato. Pertanto, la revoca della procedura di gara, intervenuta in corso di causa a seguito di sopravvenuti eventi che hanno inciso sull'oggetto dell'appalto, risulta legittima ove adeguatamente motivata, senza che il ricorrente possa vantare un affidamento qualificato alla conclusione del procedimento.