Il provvedimento di diniego del titolo abilitativo alla guida deve essere adeguatamente motivato, con la specifica indicazione della fattispecie di cui all'art. 120, comma 1, del Codice della Strada che si ritiene applicabile al caso concreto, al fine di consentire all'interessato di comprendere le ragioni fattuali e giuridiche che hanno determinato l'adozione del provvedimento. Il mero riferimento generico all'insussistenza dei requisiti morali previsti dalla citata disposizione, senza alcuna specificazione della concreta fattispecie, integra un vizio di difetto di motivazione che comporta l'annullamento del provvedimento. Inoltre, l'Amministrazione è tenuta a comunicare preventivamente all'interessato i motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza, ai sensi dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990, al fine di consentirgli di presentare osservazioni e controdeduzioni. Il mancato rispetto di tale adempimento procedimentale determina l'illegittimità del provvedimento finale di diniego. Infine, la giurisdizione in materia di diniego del titolo abilitativo alla guida spetta al giudice amministrativo, in ragione del palese difetto di motivazione del provvedimento impugnato, che non consente di individuare la specifica ragione che ha determinato l'adozione del provvedimento, con conseguenze anche in punto di giurisdizione.