Cassazione penale Sez. I sentenza n. 56419 del 14 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:56419PEN

Massima

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L'appartenenza ad un'associazione di tipo mafioso comporta una presunzione di pericolosità sociale dell'indagato, che può essere superata solo in presenza di elementi concreti e specifici che dimostrino il suo effettivo allontanamento dal sodalizio criminoso. Tuttavia, per i reati-fine aggravati ai sensi del Decreto Legge n. 152 del 1991, articolo 7, il giudizio di pericolosità sociale non può prescindere dalle emergenze del caso concreto, dovendo verificarsi se il rischio di ulteriori condotte illecite sia reso probabile dai collegamenti associativi esistenti tra l'indagato e la consorteria di riferimento. Pertanto, il giudice deve compiere una verifica concreta e attuale sull'effettiva capacità dell'indagato di reiterare le condotte illecite contestate, sulla base di un giudizio di gravità indiziaria espresso in termini congrui, senza che le condizioni di salute dedotte dalla difesa possano assumere rilievo processuale, se non in relazione alla compatibilità della custodia cautelare con tali condizioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessand - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza emessa il 04/05/2018 dal Tribunale del riesame di Napoli;
Sentita la relazione fatta dal Consigliere dott. Alessandro Centonze;
Sentite le conclusioni del Procuratore generale, in persona della dott.ssa Ceniccola Elisabetta, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
Sentite per il ricorrente l'avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigra…

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