Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25476 del 18 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:25476PEN

Massima

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Il diritto di critica, quale causa di giustificazione del reato di diffamazione, è subordinato al rispetto dei requisiti di pertinenza e continenza, per cui le informazioni e i giudizi espressi devono essere rilevanti nel contesto in cui si collocano e formulati con modalità non offensive, senza trasformare la comunicazione in un attacco personale. Pertanto, l'allegazione di una sentenza di condanna penale a carico della persona offesa, non pertinente rispetto ai fatti oggetto di critica, integra un superamento dei limiti del diritto di critica, rendendo configurabile il reato di diffamazione. La verità dei fatti esposti, pur essendo uno dei presupposti per l'operatività della scriminante, non è sufficiente ove manchi il rispetto degli altri requisiti, rappresentati dalla pertinenza e dalla continenza dell'esposizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Do. Gi. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 22-9-08 dal Tribunale di Genova;

Visti gli atti, la sentenza denunciata ed il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. Giuliana Ferrua;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Monetti Vito, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

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