Il giudicato formatosi a seguito dell'annullamento giurisdizionale del diniego di concessione edilizia è inopponibile alle sopravvenienze normative e di pianificazione urbanistica intervenute successivamente alla notifica della sentenza di primo grado, anche se non ancora passata in giudicato, in quanto la pronuncia di accoglimento in primo grado, ancorché appellata, fonda già l'obbligo per l'Amministrazione di riesaminare la domanda del privato secondo la disciplina vigente al momento della presentazione della stessa. Pertanto, l'Amministrazione è tenuta a riesaminare l'istanza edilizia senza tener conto di eventuali vincoli urbanistici o di pianificazione sopravvenuti, applicando la normativa vigente al momento della domanda originaria, salvo il limite dell'inopponibilità delle sole modifiche legislative intervenute dopo la notifica della sentenza di accoglimento. Inoltre, in sede di riesame, l'Amministrazione non può opporre motivi ostativi già emergenti dall'istruttoria del provvedimento annullato, in applicazione del divieto di cui all'art. 10-bis della legge n. 241/1990, come modificato dalla legge n. 120/2020.