Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13197 del 8 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:13197PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Le espressioni offensive e diffamatorie, anche se pronunciate nel contesto di una polemica sindacale, non sono scriminate e integrano il reato di diffamazione, in quanto investono indebitamente le qualità personali e la reputazione dei soggetti cui sono riferite, senza alcun concreto riferimento a fatti oggetto di critica. Il dolo del reato di diffamazione sussiste anche quando l'autore accetta il rischio di offendere, indipendentemente dalla sua effettiva consapevolezza del significato delle parole utilizzate. Il confine della continenza nell'ambito della dialettica sindacale non può giustificare attribuzioni generiche e indiscriminate di difetti e comportamenti lesivi della sfera morale e della reputazione altrui, in assenza di riferimenti a specifici fatti oggetto di critica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - rel. Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BI. AN. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 15/2007 TRIBUNALE di POTENZA, del 17/02/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/03/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIO ROTELLA;

udito il P.G. in persona del Dott. Salvi G. che ha concluso per per il rigetto.

RITENUTO

1 - Il Tribunale di Potenza ha confermato la condanna di Bi. An. (segre…

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