Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3484 del 8 febbraio 1992

ECLI:IT:CASS:1992:3484PEN

Massima

Massima ufficiale
Avverso l`ordinanza con la quale il giudice respinge la richiesta di proroga del termine stabilito per il compimento delle indagini preliminari non e` consentita alcuna impugnazione. In particolare non puo` ritenersi che il richiamo alle "forme previste dall`art. 127", operato nell`art. 406 comma 5, cod.proc.pen., valga a consentire l`esperibilita` del ricorso per cassazione avverso detto provvedimento, giacche` tale richiamo riguarda esclusivamente le regole di svolgimento dell`udienza fissata dal giudice ai sensi del succitato art. 406, comma 5, cod.proc.pen., e non anche la totalita` delle disposizioni contemplate dal menzionato art. 127, e quindi, neppure quella di cui al comma 7 di tale articolo, che prevede l`impugnabilita` per cassazione dell`ordinanza conclusiva del procedimento camerale. (Nell`affermare il principio di cui in massima la cassazione ha, tra l`altro, osservato che ove si dovesse ammettere la ricorribilita` del provvedimento del G.I.P. da parte del P.M., analoga facolta` dovrebbe riconoscersi anche all`indagato nel caso di accoglimento dell`istanza di proroga all`esito della procedura di cui al comma 5 dell`art. 406 cod.proc.pen., il che pero` determinerebbe una situazione processuale al limite della costituzionalita` posto che non e` prevista la possibilita` per l`indagato di proporre ricorso per cassazione nell`altro caso in cui il giudice autorizza "de plano" la proroga del termine, ai sensi del comma 4 del suddetto articolo). (Conf. Sez. VI. C.C. 13 gennaio 1992, P.M. in proc. Fattorini ed altri).

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