Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25825 del 6 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:25825PEN

Massima

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L'omessa trasmissione al tribunale del riesame di un atto a contenuto informativo della polizia giudiziaria non ne comporta l'inefficacia, anche quando richiamato nel provvedimento che ha disposto la misura cautelare, se, per mezzo della "prova di resistenza", si ha modo di apprezzare l'irrilevanza, ai fini della correttezza e della legittimità della decisione cautelare, degli elementi non trasmessi. Il giudice può legittimamente fondare la propria decisione cautelare sugli elementi probatori acquisiti direttamente dalla polizia giudiziaria, senza dover necessariamente considerare atti o dichiarazioni non trasmessi, purché sia in grado di dimostrare l'irrilevanza di tali elementi ai fini della valutazione delle esigenze cautelari. La mancata trasmissione di atti al giudice non comporta la nullità dell'interrogatorio di garanzia né l'illegittimità della misura cautelare, se il giudice è comunque in grado di motivare adeguatamente la propria decisione sulla base degli elementi probatori acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO ((omissis)) - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. RE. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 170/2010 TRIB. LIBERTA' di VENEZIA, del 17/02/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO CITTERIO;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), per L'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Avverso l'ordinanza con cui il Tribunale per il riesame di Venezia in data 17.2.2010 confermava l'ordinanza custodial…

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