Il diritto di accesso carrabile a strade extraurbane secondarie, pur costituendo una facoltà connessa al diritto di proprietà, è soggetto a limiti e condizioni stabiliti dalla legge a tutela della sicurezza della circolazione stradale. In particolare, l'art. 45, comma 3, del d.P.R. n. 495 del 1992 prescrive distanze minime inderogabili tra gli accessi carrabili, la cui inosservanza legittima il diniego di autorizzazione o l'ordine di ripristino dello stato dei luoghi da parte dell'Autorità competente, anche in assenza di un previo titolo autorizzatorio. L'esistenza di un accesso carrabile abusivo e pericoloso per la sicurezza stradale, ancorché realizzato da lungo tempo, non determina alcun legittimo affidamento in capo al proprietario del fondo circa il suo mantenimento, prevalendo l'interesse pubblico alla tutela della sicurezza della circolazione. L'Autorità amministrativa, pertanto, è tenuta a disporre il ripristino dello stato dei luoghi, senza che ciò integri un eccesso di potere, trattandosi di provvedimento vincolato e non discrezionale.