La decadenza della concessione edilizia per mancato inizio dei lavori entro il termine di legge può essere dichiarata solo in presenza di elementi che dimostrino l'effettiva volontà del concessionario di non dare corso all'edificazione. Il semplice sbancamento del terreno, la predisposizione di strumenti e materiali da costruzione, la recinzione del cantiere e l'apposizione del cartello dei lavori, in assenza di opere edilizie concrete, non sono sufficienti a configurare l'inizio dei lavori idoneo ad impedire la decadenza. L'amministrazione comunale, nel dichiarare la decadenza, deve adeguatamente motivare il provvedimento sulla base di precise risultanze istruttorie, che evidenzino l'assenza di un effettivo proposito di realizzare l'opera entro il termine previsto. Il giudice amministrativo, nel sindacare la legittimità del provvedimento di decadenza, deve valutare complessivamente le attività edilizie poste in essere dal concessionario, al fine di accertare se esse siano espressive di una reale e seria intenzione di dare corso ai lavori di edificazione. La mera stipula di un contratto per la fornitura di materiali prefabbricati, in assenza di opere di sbancamento e di fondazione adeguate, non è sufficiente a dimostrare l'effettivo inizio dei lavori, soprattutto se il contratto è stato concluso a ridosso della scadenza del termine annuale previsto per l'inizio dei lavori, senza che il concessionario abbia giustificato il ritardo nell'avvio dell'esecuzione. L'amministrazione comunale, nel dichiarare la decadenza della concessione, deve rispettare i principi di trasparenza e partecipazione, adottando un provvedimento adeguatamente motivato sulla base di chiari e convergenti elementi istruttori, che non siano smentiti dal concessionario.