Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21776 del 17 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:21776PEN

Massima

Generata da Simpliciter
La consapevole partecipazione di un soggetto a condotte delittuose finalizzate a favorire gli interessi di una consorteria mafiosa, anche se originate da un pregresso conflitto familiare, integra l'aggravante dell'agevolazione mafiosa di cui all'art. 7 della L. n. 203 del 1991 (ora art. 416-bis.1 c.p.), qualora emerga che tali condotte si inseriscano in un più ampio contesto di scontro tra organizzazioni criminali per il controllo del territorio e che il soggetto agisca con la consapevolezza di agevolare le finalità della consorteria di riferimento, anche attraverso il coinvolgimento e il placet di esponenti della stessa. Ciò si verifica quando le evidenze indiziarie, nella loro convergente lettura, dimostrino che il conflitto familiare trascende la mera dimensione personale per assumere una connotazione mafiosa, in quanto finalizzato al rafforzamento degli assetti criminali di una delle fazioni contrapposte, come desumibile dal coinvolgimento di esponenti di spicco della consorteria, dalla consapevolezza del soggetto agente circa tale contesto e dalla strumentalità delle sue condotte rispetto agli obiettivi della cosca. In tali casi, la configurabilità dell'aggravante non è esclusa dalla mancanza di un diretto rapporto di affiliazione del soggetto agente con la consorteria, essendo sufficiente che le sue azioni si inseriscano consapevolmente nel più ampio disegno criminoso della stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. CALVANESE Ersil - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 29/11/2018 del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott.ssa ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia rigettato;
uditi i difensori, avv. (OMISSIS) e avv. (OMISSIS), in…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.