Il contratto di servizio pubblico può essere risolto unilateralmente dalla parte pubblica concedente per grave inadempimento del concessionario, previa diffida ad adempiere, in applicazione dell'art. 1454 c.c. Tale potere di risoluzione contrattuale, fondato sul diritto privato, opera indipendentemente dalla qualificazione pubblicistica o privatistica del contratto, in quanto i principi del diritto civile trovano applicazione anche negli accordi di diritto pubblico ex art. 11 L. 241/1990. La risoluzione del contratto per inadempimento del concessionario comporta il venir meno del potere di riscossione dei tributi dell'ente affidante, quale conseguenza automatica della decadenza, senza necessità di una espressa previsione di legge. L'escussione delle polizze fideiussorie costituisce un rimedio complementare, ma non alternativo, alla risoluzione contrattuale, in quanto tutela interessi diversi: il soddisfacimento della posizione creditoria da un lato, e il diritto della parte adempiente a non proseguire il rapporto con un soggetto non più affidabile dall'altro. L'adozione del provvedimento di risoluzione da parte della Giunta comunale, anziché da un dirigente, non inficia la legittimità dell'atto, essendo irrilevante la qualificazione formale dell'organo competente, purché l'azione amministrativa rispetti i principi di buona fede e imparzialità.