Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45117 del 10 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:45117PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni è legittimo quando risulta una sproporzione tra le spese sostenute e i redditi lecitamente conseguiti dal soggetto e dai suoi familiari in un determinato periodo, tale da far presumere l'esistenza di un patrimonio di origine illecita, anche in assenza di una specifica prova della provenienza delittuosa dei singoli beni, purché sussista il fumus commissi delicti in relazione a gravi indizi di reato, come il reato di associazione di tipo mafioso, già oggetto di un provvedimento cautelare. In tali casi, il giudice può disporre il sequestro preventivo dei beni, anche di quelli intestati a terzi, in quanto riconducibili al soggetto indagato sulla base di elementi indiziari, salvo il diritto di questi ultimi di dimostrare la legittima provenienza dei beni. La motivazione del provvedimento di sequestro deve dare conto in modo adeguato della sproporzione tra redditi e spese, senza necessità di una puntuale quantificazione dei valori economici dei singoli beni, essendo sufficiente l'accertamento di una significativa sperequazione complessiva tra entrate e uscite nel periodo considerato. Il sequestro preventivo così disposto non viola il principio di presunzione di innocenza, in quanto non costituisce una sanzione anticipata, ma una misura cautelare reale finalizzata a impedire la dispersione di beni di probabile origine illecita, fermo restando il diritto del destinatario di dimostrarne la legittima provenienza in sede di riesame o di confisca.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. MOGINI S. - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS);
avverso l'ordinanza emessa dal Tribunale del riesame di Napoli il 6.5.2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione del consigliere Dott. MOGINI Stefano;
udite le conclusioni del sostituto procuratore generale Dott. CANEVELLI Paolo, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre per mezzo del proprio difensore di fiducia avverso l'ordinanza in epigrafe, con la quale il …

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