L'amministrazione procedente è tenuta a comunicare l'avvio del procedimento di annullamento di un'autorizzazione paesaggistica rilasciata ai sensi dell'art. 151 del D.Lgs. n. 490/1999 (già art. 82, comma 9, del D.P.R. n. 616/1977), al fine di consentire al destinatario dell'atto di partecipare al procedimento, presentare memorie e documenti, e di essere messo in condizione di conoscere l'ufficio competente, il responsabile del procedimento e le modalità di svolgimento della fase di riesame di competenza statale. Tale obbligo di comunicazione sussiste anche quando il procedimento di annullamento sia avviato d'ufficio, in quanto si tratta di una successiva ed autonoma fase endoprocedimentale, di competenza di un diverso organo rispetto a quello che ha rilasciato l'autorizzazione originaria. La mancata comunicazione dell'avvio del procedimento di annullamento, pertanto, determina l'illegittimità del provvedimento finale di annullamento, a prescindere dalla fondatezza dei motivi di annullamento, in quanto lede il diritto del destinatario dell'atto di partecipare al procedimento e di far valere le proprie ragioni. L'obbligo di comunicazione dell'avvio del procedimento di annullamento sussiste anche quando il procedimento di rilascio dell'autorizzazione paesaggistica sia stato avviato su istanza di parte, in quanto la semplice previsione normativa dell'esistenza di una successiva fase di competenza statale non è sufficiente a garantire la partecipazione del privato, dovendo l'amministrazione indicare gli elementi essenziali di cui all'art. 8 della legge n. 241/1990. Inoltre, l'apporto partecipativo del privato può risultare utile anche nell'ambito di un procedimento di mero controllo di legittimità, al fine di accelerare l'istruttoria, integrare la documentazione eventualmente incompleta, o fornire elementi utili alla valutazione di compatibilità ambientale e all'eventuale riscontro di vizi di eccesso di potere per travisamento dei fatti o sviamento. Pertanto, l'omissione della comunicazione di avvio del procedimento di annullamento dell'autorizzazione paesaggistica, prevista dalla legge n. 241/1990 e dal D.M. n. 495/1994, determina l'illegittimità del provvedimento finale di annullamento, a prescindere dalla fondatezza dei motivi di annullamento, in quanto lede il diritto del destinatario dell'atto di partecipare al procedimento e di far valere le proprie ragioni.