Cassazione penale Sez. I sentenza n. 7088 del 23 febbraio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:7088PEN

Massima

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Il vizio parziale di mente, pur riducendo la capacità di intendere e di volere dell'imputato, non esclude necessariamente la sussistenza della responsabilità penale, qualora emerga che l'agente abbia conservato un residuo di lucidità e di controllo dei propri atti. In tali ipotesi, il giudice è tenuto a valutare attentamente le risultanze peritali, al fine di accertare se il disturbo psichico abbia inciso in modo rilevante sulla capacità di autodeterminazione dell'imputato, determinando una riduzione, senza escluderla, della sua capacità di intendere e di volere. Ove tale riduzione sia riconosciuta, il giudice dovrà applicare la diminuente della semi-infermità di mente, procedendo a una congrua riduzione della pena, sulla base di una motivazione adeguata che dia conto dei criteri di cui all'art. 133 c.p. Parimenti, il giudice dovrà fornire una chiara e puntuale motivazione in ordine alla liquidazione delle spese in favore della parte civile, con riferimento ai parametri previsti dal D.M. n. 127/2004, senza superare i relativi massimi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. SIOTTO Maria C. - rel. Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 8267/2010 CORTE APPELLO di ROMA, del 20/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/12/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA CRISTINA SIOTTO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Volpe Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito, per la parte civile, l'Avv. (O…

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