Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla ricorrente avverso il diniego del permesso di costruire in sanatoria e gli atti connessi, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'Amministrazione comunale ha il potere-dovere di vigilare e controllare sull'attività urbanistica ed edilizia, adottando i provvedimenti di demolizione in presenza di opere realizzate in zone vincolate in assenza dei relativi titoli abilitativi, al fine di ripristinare la legalità violata dall'intervento edilizio non autorizzato. Tale potere è privo di margini di discrezionalità, in quanto rivolto a reprimere gli abusi accertati, anche in ipotesi di opere assentibili con denuncia di inizio attività, prive di autorizzazione paesaggistica. 2. La domanda di sanatoria di opere abusive non può essere accolta in assenza dei necessari presupposti, quali l'autorizzazione paesaggistica e l'accertamento della conformità antisismica, in quanto la realizzazione di nuove superfici e nuovi volumi non consente procedure semplificate e impone il rispetto della normativa di settore. 3. Il mancato deposito della dichiarazione di inizio attività presso la competente struttura regionale, nonché l'assenza del certificato di conformità finale vistato dalla Regione, precludono il rilascio del certificato di agibilità. 4. I dinieghi del permesso di costruire in sanatoria e del certificato di agibilità, nonché le ingiunzioni demolitorie, sono pertanto legittimi alla luce della vigente normativa di settore, che non ammette la sanabilità di manufatti costituenti abusiva trasformazione edilizia, in assenza dei necessari titoli abilitativi e autorizzazioni.