Il diritto di uso civico di pascolo su beni comunali, in quanto diritto reale di godimento di natura collettiva, è un diritto soggettivo pubblico di cui sono titolari i membri della comunità locale, il cui esercizio è regolato dal Comune attraverso appositi regolamenti. Il Comune, quale ente esponenziale della collettività, è tenuto a disciplinare l'uso civico di pascolo in modo da garantire il soddisfacimento delle esigenze della comunità locale, nel rispetto dei principi di imparzialità, buon andamento e trasparenza dell'azione amministrativa. Pertanto, il Comune non può adottare provvedimenti che limitino o comprimano irragionevolmente l'esercizio del diritto di uso civico di pascolo, se non per motivi di interesse pubblico e nel rispetto del principio di proporzionalità. Inoltre, il Comune deve assicurare la partecipazione degli utenti all'adozione delle decisioni che incidono sull'esercizio del diritto di uso civico, garantendo il contraddittorio e la possibilità di far valere le proprie ragioni. Infine, l'assegnazione dei terreni soggetti ad uso civico di pascolo, ove risultino in esubero rispetto alle esigenze della collettività, deve avvenire nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e parità di trattamento, attraverso procedure ad evidenza pubblica che consentano la più ampia partecipazione degli aventi diritto.