Il rilascio di un titolo edilizio sulla base di una rappresentazione non veritiera dello stato dei luoghi non consente di configurare in capo al destinatario una posizione di affidamento legittimo, con la conseguenza che l'onere motivazionale gravante sull'amministrazione ai fini dell'esercizio del potere di autotutela può ritenersi soddisfatto attraverso il documentato richiamo alla non veritiera prospettazione di parte. L'amministrazione può pertanto procedere all'annullamento in autotutela del titolo edilizio illegittimamente rilasciato, anche oltre il termine di 18 mesi previsto dalla legge n. 241/1990 per l'esercizio di tale potere, qualora l'atto sia stato adottato sulla base di una rappresentazione infedele dello stato dei luoghi da parte del privato. L'affidamento del destinatario del titolo edilizio non può essere considerato qualificato e meritevole di tutela quando l'atto amministrativo è stato adottato sulla base di una prospettazione non veritiera dei fatti da parte del privato, essendo in tal caso l'amministrazione legittimata a procedere all'annullamento in autotutela anche oltre il termine di 18 mesi, senza che ciò comporti una violazione del principio di buona fede e dell'affidamento del privato.