Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19037 del 19 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:19037PEN

Massima

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Il reato di minaccia (art. 612 c.p.) sussiste quando la condotta dell'agente, valutata nel suo complesso, sia idonea a ingenerare nella persona offesa un fondato timore di subire un danno ingiusto, indipendentemente dalla brevità delle comunicazioni e dalla circostanza che l'agente si trovasse in una situazione di difficoltà personale. La motivazione della sentenza di condanna deve illustrare in modo logico e coerente gli elementi di prova posti a fondamento della responsabilità dell'imputato, senza che sia necessario un esame dettagliato di ogni singolo elemento dedotto dalla difesa, purché siano adeguatamente valorizzati i dati probatori rilevanti ai fini della decisione. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della prova, la cui logicità e coerenza interna è sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso Presidente del 12/02/2 -

Dott. BEVERE Antonio Consigliere SENTE -

Dott. DE BERARDINIS Silvana Rel. Consigliere N. -

Dott. PALLA Stefano Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. BRUNO Paolo A. Consigliere N. 27810/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) D'. TO. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 58/2008 TRIBUNALE di ROMA, del 23/04/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/02/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SALZANO France…

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