Cassazione penale Sez. III sentenza n. 5855 del 16 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:5855PEN

Massima

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Il professionista che presenta una dichiarazione di inizio attività (D.I.A.) con una relazione tecnica contenente dati non veritieri al fine di consentire la realizzazione di opere edilizie difformi da quanto dichiarato, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico previsto dall'art. 481 c.p. in quanto esercente un servizio di pubblica necessità. La divergenza tra le opere realizzate e quanto rappresentato nella D.I.A., anche se non totale, integra comunque il reato di cui all'art. 44, comma 2-bis, del D.P.R. n. 380/2001, qualora comporti un significativo aumento volumetrico non previsto. Il giudizio di legittimità della Corte di Cassazione non può sostituirsi alla ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito, la cui motivazione, se congruamente argomentata, non è suscettibile di rivalutazione in sede di ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. MARINI Luigi - est. Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

VO. Co. , nato a (OMESSO);

MI. Gi. , nato a (OMESSO);

Avverso la sentenza emessa in data 29 Settembre 2009 dalla Corte di Appello di Roma, che ha confermato la sentenza con cui il Tribunale di Rieti al termine di rito abbreviato ha condannato il Sig. Vo. alla pena di tre mesi di reclusione, convertita nella pena pecuniaria di 3.420,00 euro di multa in ordine ai reati del Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, ex articolo 44, lettera b), e articolo 481 c.p.; ha condann…

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