Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15145 del 2 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:15145PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. si configura quando la condotta abituale dell'agente, anche attraverso episodi di violenza fisica e psicologica, cagiona sofferenze fisiche e morali nella vittima, tali da compromettere gravemente l'equilibrio psico-fisico della stessa, indipendentemente dalla sussistenza di un diritto reale o di godimento dell'abitazione da parte della persona offesa. La recidiva reiterata di cui all'art. 99, comma 4, c.p. può essere ritenuta dal giudice, il quale deve tuttavia motivare adeguatamente sulla maggiore pericolosità sociale del reo e sulla necessità dell'aumento di pena, non essendo tale aggravante obbligatoria. Infine, il giudice ordinario mantiene la competenza per i reati connessi, anche se uno di essi rientra nella competenza del giudice di pace, qualora gli episodi di lesione semplice siano strettamente collegati alla condotta maltrattante abituale, costituendone elementi dimostrativi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 04/06/2012 della Corte d'appello di Firenze visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale MAZZOTTA Gabriele che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata limitatamente alla recidiva, con rigetto del ricorso nel resto.

RITENUTO I…

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